venerdì 28 settembre 2007

... melissico e niffoiante

Da una recensione in rete: ... Dal punto di vista dello stile... omissis... è paragonabile ad un vero e proprio testo multisensoriale: odorato ed udito, infatti, prevalgono sulla crudezza visiva delle scene disegnate dalla penna di Niffoi.

Ecco il punto.
Il libro di Niffoi che sto leggendo si chiama Il viaggio degli inganni e per ora mi sembra un dignitoso racconto di una infanzia povera e contadina, come ce ne sono moltissimi (anzi, diciamolo a bassa voce, come non se ne può più).
Quello che fa la differenza, e che ha reso questo autore apprezzato dai critici, è probabilmente lo stile che racconta una materia crudele attraverso una fioritura di sollecitazioni sensoriali violente.

Il problema è che tempo fa ho letto un divertente massacro (Toni La Malfa su Vibrisse bollettino/Bottega di lettura) del primo libro di Melissa P. in cui si sottolineava la ripetuta insistenza della suddetta nella doppietta di aggettivi: umida e triste, stupita e instupidita, odoroso e sensuale, succose e morbide, dritta e inesorabile, felpati e silenziosi, molle e scavata... un delirio!
Così, un po’ incattivita da questo intervento, ho scoperto che quel vago senso di fastidio che stavo provando nella lettura del testo di Niffoi aveva la stessa origine: la micidiale doppietta.
Per esempio: giorni rancidi e maledetti, pioggia pesante e affilata, fanghiglia rossastra e ferrosa, furba e veloce, le ombre morbide e spugnose, carezze asmatiche e appiccicose, sudore gelido e puzzolente, tono acrimonioso e dispotico, fragranza frizzante e leggera... e ho aperto a caso una sola pagina!
La doppietta può essere di due tipi. Nel primo tipo i due aggettivi dicono la stessa cosa, si tratta praticamente dell’utilizzo di due sinonimi e la finezza delle lieve sfumatura di significato dell’uno o dell’altro nulla aggiunge se non una certa mollezza o musicalità o eco alla recitazione mentale.
Nel secondo tipo c’è il gioco di accostare fra loro due sensazioni che fanno capo a due diversi organi di senso, o che un po’ si contraddicono, o che comunque costituiscono una accoppiata inusuale: un effetto poetico efficace se usato con parsimonia, una fatica per la lettura se usato così di continuo. Una fatica che dopo un po’ diventa fastidio.

Certo, si potrà dire che la lettura può, o forse deve anche essere faticosa.
Ma allora rivalutiamo anche le doppiette della povera (si fa per dire) Melissa?

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