lunedì 24 settembre 2007

grandissimo Elio Germano

Succede che un anno, meglio un paio di stagioni, impazza sulla Rai una fiction per sempliciotti di bocca buona, piene di valori positivi, che celebra la famiglia ma introduce elementi di discussione, di tolleranza, di modernità; succede che, anche se trovi che non si tratti di un capolavoro di approfondimento culturale, sei stanca e ti accorgi che, miracolosamente, l’appuntamento domenicale piace ai figli bambini, anzi addirittura, sedersi con loro a guardarlo ti consente qualche spunto per spiegare cose della vita...
Succede poi che negli anni il prodotto diventi consunto, banale fino all’idiozia, irrealistico perché si è spremuto proprio di tutto e non si sa più quale strampalata situazione di vita inventarsi solo allo scopo di tenere in piedi la serie. Ma questa è un’altra storia, perché quello che qui voglio ricordarmi è l’irripetibilità della seconda stagione in cui i bambini e la mamma guardavano gioiosamente insieme Un medico in famiglia.
C’è un ragazzino che recita in quella serie: Er Pasticca. Epica figura avviata sulla cattiva strada. Esempio di ragazzo da non far frequentare alle figlie, nelle cui braccia cade naturalmente la ragazza protagonista, salvandolo e riconducendolo sulla via del bene. Una figura secondaria nelle vicende, le più diverse, dei componenti la famiglia allargata. Una faccia e una presenza scenica che invece mi sono rimaste impresse. Insomma, a me Er pasticca piaceva proprio. Se avessi avuto 15 anni me lo sarei sognato la notte. E non perché fosse bello, il fatto è che “era”; era un personaggio forte, uno sguardo significativo, un sorriso leggero che spalancava un mondo interiore.
Così succede a distanza di molti anni che mi noleggio Mio fratello è figlio unico, perché è di Lucchetti, perché è una storia bella, perché ha un cast interessante, perché penso che sia un film con molte cose da dirmi.
Infatti. Che dire? Ci sono anche tutte queste belle cose... e i rossi e i neri, e il rapporto fra i fratelli, e l’Italia degli operai fra i 60 e i 70, e la colonna sonora fortemente evocativa, e i momenti comici, e le riflessioni sulla violenza gratuita, sugli eccessi insensati dall’una e dall’altra parte, e l’amore, e la lotta armata, e la vita misera, e i sogni infranti... ma io le ho viste passare tutte in secondo piano queste belle cose, perché in quel film c’è qualcosa che sopravanza e oscura tutto, c’è una presenza scenica che giganteggia: Elio Germano. Mi dispiace per Lucchetti e per il suo bel film, ma io mi sono persa completamente appresso all’attore protagonista, non ce n’è per nessuno. Non lo so se è un bravo attore, o se semplicemente è una persona talmente ricca da risplendere di luce propria, indipendentemente dalla parte che recita: Er pasticca è una forza superiore!

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