mercoledì 16 marzo 2011

Cristiano de Majo, Vita e morte di un giovane impostore scritta da me, il suo migliore amico

Per chi crede che la lettura di un romanzo possa essere una avventura intellettuale e un gioco disilluso, un amo lanciato un po' più lontano in mezzo a un mistero, nella geometria sfuggente di una narrazione multidimensionale. Inquietante, farsesco, intelligentemente demenziale, geniale!

martedì 15 marzo 2011

muccino di baciami ancora

Un po’ scanzonato, un po’ agrodolce, il film di Muccino si impegna addirittura a descrivere le delusioni e gli amori dei quarantenni. Pochi quarantenni a dire il vero, una fettina di mondo, proprio una sottilissima fettina, ma tant’è: questa fettina di universo riempie i film italiani di successo e resta il riferimento per tutta una schiera di cineasti nostrani che coerentemente, anzi in ritardo rispetto alla narrativa contemporanea, fa’ una cosa sola: racconta se stessa.
Tuttavia la manciata abbondante di luoghi comuni contiene tante verità e la confezione è gradevole, mai noiosa, efficace nel suo genere, di gran livello per qualche attore (Favino per esempio) e soprattutto, quasi uno sforzo intellettuale rispetto ai manuali d’amore di veronesi.
Se è banale l’operazione tutta, è banale anche il tentativo di trarre una sintesi pedagogica (voluta o non voluta chissà): la vita crediamo dovrebbe rispondere ai nostri sogni e invece, il disordine dei giorni, l’accavallarsi di bisogni, il caso stupido e cieco spazzano via tutto... però una cosa si salva e ci salva (sempre quella, in ogni romanzetto, canzonetta, filmetto): l’amore. Allora l’insopportabile protagonista di Accorsi vince il suo premio finale riprendendosi la moglie (nonostante irresponsabilità e fughe costanti) e il personaggio di Impacciatore viene punita per aver fatto prevalere la cinica ragione e aver difeso un equilibrio conquistato (facendosi il mazzo) dall’invasione confusa di un amore immaturo e depresso.
Naturalmente non condivido la bugiarda filosofia del va’ dove ti porta il cuore. Né condivido gli stereotipi cui i personaggi femminili si adeguano ancora una volta: gravidanze desiderate, mancate o impreviste che sbloccano all’improvviso situazioni bloccate o ridanno slancio all’esistenza. Solo questo il ruolo delle donne: gravidanze, maternità, genitalità, genitorialità. Che palle!

mercoledì 9 marzo 2011

se consideri le colpe, andrea bajani

E' bellissimo: è breve ma intenso, è un racconto sociale ma è anche un racconto intimo, è realistico ma ha momenti di lirismo dolcissimo, sembra che accada poco e invece ti tiene sulle spine della vicenda tutto il tempo, narra un pezzo di storia europea ma scava nel profondo di un dramma familiare piccolissimo, parla di un bambino ma anche di una donna, parla di economia ma parla anche di amore. Avercene!