“...le sembrerà scemo ma alla fine io mi sarei aspettata che lei almeno mi abbracciasse...” (pag.103)
Bariccata totale: piccolo romanzo elegante, criptico e mai così autoreferenziale.
Denso di simboli sul mestiere dello scrittore cantastorie, sulle aspettative del lettore, sull’incolmabile e ambigua distanza fra chi scrive e chi legge.
Prendere o lasciare.
Io prendo.
... questo libro è ancora più grande. E quando lo avrò finito ne comincerò un altro e quello sarà ancora più grande, e poi un altro ancora, e allora la mia casa si allargherà fino a diventare una magione, piena di stanze dove loro non potranno trovarmi... (Nick Hornby, How to be good)
lunedì 23 gennaio 2012
lunedì 2 gennaio 2012
olive kitteridge, elizabeth strout
Una donna che si avviasse verso la vecchiaia a leggerlo potrebbe cadere nella disperazione.
Molto intenso e scritto benissimo.
Molta tecnica che ogni tanto è troppo evidente: cominciare tutte le storie dal centro della vicenda dando per scontato il già avvenuto, ma lasciando cadere i dettagli passati a piccole dosi e in maniera fintamente casuale, per rendere comprensibili i fatti.
Molto simile a Alice Munro.
Ma le pagine di Alice Munro hanno qualcosa in più, non saprei che cosa, forse meno tecnica, forse più mistero, forse più sincerità.
Molto intenso e scritto benissimo.
Molta tecnica che ogni tanto è troppo evidente: cominciare tutte le storie dal centro della vicenda dando per scontato il già avvenuto, ma lasciando cadere i dettagli passati a piccole dosi e in maniera fintamente casuale, per rendere comprensibili i fatti.
Molto simile a Alice Munro.
Ma le pagine di Alice Munro hanno qualcosa in più, non saprei che cosa, forse meno tecnica, forse più mistero, forse più sincerità.
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