venerdì 24 settembre 2010

ilpost.it

bello, interessante, vario, chiaro

lunedì 20 settembre 2010

L'amore, un'estate, William Trevor

La vita di Ellie non la si può definire sfortunata; tutto sommato le è andata bene. Era un’orfana, ha trovato una casa dove tutto si svolge con precisione e confortevole monotonia, sul confine di un paesino minuscolo e immersa in una solitudine agghiacciante ma priva di complicazioni, con un marito freddo, distante, un po’ maniacale ma rispettoso e intimamente fragile. Perché mai pretendere di più? Perché mai rovinare tutto facendo la stupidaggine di credere all’amore per una figura indefinita che cammina sui bordi di una svolta esistenziale e emotiva dagli esiti incerti?
Lento, silenzioso, immobile, tranquillo, soffocante, inutile, riposante il quotidiano ti avvolge. Non vale la pena di seguire l’inspiegabile soffio di energia e felicità arrivato all’improvviso.
Narrazione incantevole. Incastro perfetto fra il rivelarsi delle psicologie e dei piccoli drammi interiori dei personaggi e gli eventi minuti ma definitivi.

venerdì 17 settembre 2010

Michela Marzano

Ieri in Feltrinelli Duomo ho assistito alla presentazione del libro Sii bella e stai zitta di Michela Marzano. Ne ho ammirato per tutto il tempo la serenità, la grinta e, soprattutto, la capacità di incantare l’uditorio con discorsi interessanti, intelligenti nei quali alternava al concetto alto, la citazione intensa. Ora, tralasciando il mio personale coinvolgimento nel contenuto della presentazione, mi sono più tardi chiesta perché la cosa mi abbia così colpito; alla fine, mi sono detta, il fatto è che semplicemente stavo ascoltando una “professoressa” cioè stavo ascoltando una persona che ha studiato, ha letto, ha scritto, ha riflettuto, ha dibattuto, uno studioso, punto. E’ che siamo ormai talmente assuefatti ai cialtroni che cialtroneggiano in televisione che prendiamo per miracolo le capacità professionali.

martedì 14 settembre 2010

Non è un paese per vecchie, Loredana Lipperini

Non c'è molto da dire, tranne che questo libro bisogna comprarlo, leggerlo, prestarlo, regalarlo, diffonderlo, parlarne.
What else?

Il mangiatore di pietre, Davide Longo

Bravissimo Davide Longo, che scopro essere un ex Holden. Molto molto esperto nel lavorare di sottrazione, asciugare, asciugare fino a lasciarci una frase secchissima e scarna.
Gli amanti del genere ritrovano con grande piacere Cormac McCarthy, al quale d’altra parte viene reso esplicito omaggio all’inizio del libro: simile il ritmo narrativo e il taglio delle scene, il dato umano stilizzato fino a una essenzialità primitiva e il giganteggiare del paesaggio come dato palpitante, più protagonista dell’uomo.
Le cose sono povere, le persone silenziose, i fatti avvengono e basta. La narrazione alterna dialoghi lapidari e zoom sugli oggetti, la cui posizione geometrica concorre a dipingere nature morte che tracciano i fili del racconto.
Un po’ di splatter ogni tanto ci ricorda che questo è un noir; l’autore mantiene un ritegno quasi eccessivo nel dirci la vicenda, come se avesse preferito seminare una manciata di indizi, lasciando al lettore il gioco cerebrale di ricostruirci intorno una storia possibile. Il risultato è un effetto bello di romanzo moderno e misterioso, asciutto e “maschio”. Maschio anche qualche stereotipo quale quello della donna poliziotto che sembra non vedere l’ora di infilarsi nel letto del “malavitoso” senza nessuna preparazione sentimentale, non dico corteggiamento, ma anche solo una minima comunicazione verbale: insomma Cesare sembrerebbe proprio l’uomo che non “deve chiedere mai” e che, dopo una modesta (ma evidentemente comunque bastante) prestazione virile, niente lascia detto, niente è tenuto a dire. Questo mi ha fatto un po’ sorridere...