Non mi sono spiegato, dice spesso il mio capo. Lo dice con un tono di voce inequivocabile.
Qualcuno gli ha detto che per educazione non si dice “non hai capito”.
Ma il disprezzo che trasuda dalla postura, il fatto che lo dica interrompendo l’altro, l’arroganza dell’insieme rendono la scelta dei vocaboli una ridicola ipocrisia.
Eppure la spiegazione non è quasi mai che lui non si è spiegato o che l’altro non ha capito: la spiegazione è quasi sempre che lui sta dicendo delle scemenze e qualcuno sopra di lui gli ha dato licenza di dirlo...
Così ci tocca subire i suoi “non mi sono spiegato”, lasciandogli pure l’autocompiacimento di essere una persona beneducata.
1 commento:
E diglielo: "non è che non ti sei spiegato, è che stai dicendo solenni scemenze, come al solito".
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