Rispetto a Pausa caffè Falco sembra aver lavorato ulteriormente sullo stile, ottenendo, secondo me, un equilibrio migliore fra racconto, scarnificazione della frase e straniamento del contenuto: il risultato è superbo, gli echi del minimalismo e del postmodernismo sono molto presenti, ma Falco li fa propri in un libro di integrità formale e profondità di sostanza superiori alla media.
Gli ingredienti delle storie del sobborgo neobenestante (fragilmente benestante) di Cortesforza sono quotidianità organizzata fino al surreale, miti di plastica, vuoti riempiti di nulla, burocratese commerciale ripetuto come una buffa litania a ottenere un effetto di svuotamento di senso e atona disperazione.
Cortesforza è un paesaggio spirituale talmente diffuso che si fa quasi fatica a leggere per la vergogna di riconoscersi in molti stupidi miti, in quella liturgia di beni, di cose, di case, di passaggi obbligati, di oggetti che si è impadronita delle nostre vite, noi stessi consapevoli e in corsa per raggiungere questo stato di incolore desolazione, questa privazione di passioni che è spesso la vita di noi figli del benessere occidentale, diventati grandi con il marketing.
1 commento:
Solo pensato che avrei commento e dire grande tema, hai il codice per te? sembra davvero eccellente!
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