lunedì 9 novembre 2009

Emmaus Baricco, 1

La prima cosa che voglio dire è che mi è piaciuto questo fugace personaggio, che poco appare, che neanche di un nome sembra essere degno, che il protagonista chiama vagamente “quella che allora era la mia ragazza”, la neopatentata che guida tutta rigida senza distogliere gli occhi dalla strada.
Con poco Baricco la disegna.
Sensata e concreta.
Con il volante in mano.
Un tramite tra “noi” e Andre. Che con Andre chiacchiera di saggi di danza e tra loro due, tra le due ragazze, o tra la ragazza e quel qualcosa che Andre rappresenta in questo libro, abissi di linguaggi, cultura, valori e sesso non ci sono.
Una traduttrice, una messaggera, un riferimento, una madre?
L’unica che, quando il gorgo degli eventi tragici si è messo all’improvviso a risucchiare i destini, quando i quattro “noi” hanno goffamente perso l’equilibrio, l’unica che fa una cosa sensata e concreta.
Tiene saldamente il volante in mano. Come fanno le donne insicure alla guida. Rigide, con il volante stretto stretto in mano, non fanno incidenti.

1 commento:

Allemanda ha detto...

La prima cosa che invece vorrei dire io in questo blog che scopro oggi è che mi piace la tua brevitas, il tuo modo di raccontare quello che leggi, e quello che hai letto in Emmaus. Cosa che io non riesco a fare senza diventare un fiume in piena, e che mi lascia ammirata!