lunedì 16 novembre 2009

21 grammi di Inarritu

Recuperato 21 Grammi che proprio proprio vale la pena vedere, non so se per la storia, ma sicuramente per la tecnica cinematografica, per la fotografia, per la scelta degli ambienti, per i colori, insomma per tutto un tecnicismo che mi trova ignorantissima e forse proprio per questo pronta ad un godimento estetico ed emotivo.
Mentre cerchi di riordinare i pezzi sparsi della narrazione frammentata e mescolata senza apparente logica temporale, sei costretto a tenere l’attenzione molto vigile (per orientarsi nella confusione fra il prima e il dopo) e in questo sforzo subisci una immersione molto profonda nelle scene, nei dialoghi, negli ambienti e finisci con notare cose che in un film ordinato in una normale sequenza temporale forse non noteresti. Forse è per questo che il film sembra notevole: perché sei costretto a immergerti.
Per esempio: bagni malandati. Sgradevole il bagno del locale in cui Christina va a comprarsi la droga: il primissimo piano del rubinetto, del lavandino. Modesto, angusto il bagno della casa di Paul/Sean Penn, dove si nasconde per fumare. Tremenda, scrostata la cella di Jack, dove l’amico prete mette un pezzo di cartone sul water per farne sedile e, mentre parlano di Dio, l’occhio ti si fissa sul pulsante dello scarico, un pulsante lucido che non c’entra niente con i mattoni a vista.
Più che la caduta accelerata nel dramma, mi è sembrata la storia di tre personaggi che non riescono a fare quello che vorrebbero, che non riescono a sfuggire a un destino già deciso.
Jack vorrebbe fare il buono finalmente, ma l’incidente d’auto lo riporta in galera; esce grazie alla moglie, si rifugia in un lavoro lontano, ma Paul e Christina vanno a ripescarlo e a risbatterlo al centro della tragedia.
Christina voleva fare la “mogliettina dolce bionda madre di angioletti dolci biondi cui fare le torte in magnifica cucina”: la morte dell’intera famiglia la ributta nelle braccia della droga.
Paul doveva morire; il trapianto sembra averlo salvato: l’incontro con Christina rimette tutto in gioco. Non voleva un figlio, il finale lo smentisce (anche se sto’ povero bambino futuro, figlio di due padri mescolati insieme, che dovrà essere all’altezza degli angioletti biondi morti d’incidente, mi fa un po’ pena e mi sembra un finale non all’altezza del resto del film).
Sean Penn da LEGGENDA!!!!!!!

1 commento:

Seconda serata ha detto...

Un punto di vista diverso, almeno questo!!!!

OT (ma neanche tanto...):
Caro blogger,
questo film era candidato agli Oscar del 2004, e lo è ancora per il Torneo degli Oscar. Si votano alcune categorie, e si sono aggiunte quelle di miglior escluso dall'Academy e di miglior film italiano. Sei ufficialmente invitato a votare:
http://iltorneodeglioscar.blogspot.com/2010/02/2004.html