Dei Natali dai 30 anni in poi ricorderò i saggi a scuola.
Fino a oggi.
Ho chiuso: i prossimi saranno da nonna.
Quello della scuola media musicale di ieri sera me lo ricorderò perché era veramente modesto: pochi brani approssimati, violini troppo troppo incapaci e nella fila in fondo a destra Silvia che piangeva al buio.
Forse era solo stanca, forse suo figlio maggiore fuma spinelli e prende tre in latino e greco, forse suo marito è un grandissimo stronzo o forse è lei che si è invaghita di un idiota.
O forse è che questo carico del natale da consumare, questo surplus di sorrisi e di scambi di auguri assurdi in cenette inventate all’ultima ora, questi canti natalizi al passo con i tempi dove figlie ragazzine che ci deludono ammiccano con i pantaloni a vita bassa e il capello di babbonatale luccicante in testa è meglio che passi il più in fretta possibile...
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