O qualcosa del genere. E’ un commento letto a proposito delle migliaia di visitatori del quadro del Caravaggio La conversione di Saulo in mostra gratuita a Palazzo Marino.
Bene. Sfrutto la meravigliosa nuova location lavorativa e utilizzo l’odierno intervallo pranzo per andare a dare una occhiata.
A chi sa ogni commento sul quadro.
Commenti che possono essere abbondantemente reperiti ovunque.
Chi ha fame di cultura si guarda il quadro sui libri e su internet e legge e impara e vede un sacco di cose in quel quadro che prima non poteva vedere.
Mettersi in coda in piazza della Scala è invece forse fame di qualcosa d’altro.
Intanto non dimentichiamoci la gratuità che rende appetibile qualunque cosa, tanto è gratis e quando ti ricapita?
Poi osserviamo la sacralità del contesto e le persone che disciplinano gli ingressi, le code nell’anticamera e le code nella stupenda sala dove, al suono di musica sacroclassica a giusto discreto volume, paletti e corde ti incamminano e ti irreggimentano e sembra di essere nell’infinita coda serpentina dei giochi di gardaland.
Infine ti guardi attorno e pensi che per l’ottanta per cento sei circondata da gente di mezza età ben vestita: siamo un esercito immenso, ex figli del boom italiano sulla soglia del prepensionamento e i figli già abbastanza cresciuti, forse l’ultima generazione a non avere urgenze economiche vere e non ci resta che darci alla cultura perché non abbiamo un fico secco da fare, o meglio da fare ce ne sarebbe ma nessuna passione politica o civile può oramai più smuoverci il cuore.
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