Quello che sono riuscita a fare a natale è stato leggere un libro che sembrava spesso ma in fondo era fatto di carta grossa e giallina: e scritto grande; e con tanti dialoghi.
C’è necessità anche di questi libri; di questi romanzi scritti leggeri, di queste storie con un intreccio che non fa male a nessuno: se ti trovi ostaggio per più di tre giorni in un posto dove ti è richiesto di fare la faccia di chi sta festeggiando il natale, questi libri possono servire molto; te li puoi portare tra un divano e una sedia, perfino davanti a un televisore acceso o mentre alcuni ragazzini giocano a playstation a voce alta e alcuni parenti si raccontano morti e malattie. E vai avanti con la curiosità di sapere che cosa succederà prima o poi, visto che non è che poi succeda molto. E la presunta caratterizzazione geografica della storia non riesci proprio a trovarla, ché quei personaggi starebbero benissimo anche in un romanzo di camillerioggerocarofigliopederiali...
Insomma, la pratica “andreavitali + natale 2008” è definitivamente archiviata.
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