mercoledì 14 luglio 2010

Genitori & figli, Giovanni Veronesi

Che cosa vuol dire il film di Veronesi Genitori & Figli? Niente. Sembrerebbe proprio questo il contributo: non emettere sentenze, non prendere posizione, di fronte alla complessità dell’argomento lasciare aperta ogni porta.
E invece non farlo proprio il film visto che non si ha niente da dire?
Una carrellata di banalità (neanche poi tante, c’era il tempo per qualche sviluppo narrativo meno scontato), uno spreco di attori e di nomi famosi tutti fuori ruolo.
Le uniche idee che ti restano alla fine sono che la perdita della verginità per una quattordicenne è “la“ questione da affrontare e che i genitori sbraitano tanto con i figli ma nella loro vita personale sono incapaci e pasticcioni: complimenti! Che profondità di vedute, che acume, che finezza sociologica!
Domande:
1) Alla Buy, che è un po’ antipatica ma ha un volto bellissimo e molto interessante e anomalo, c’è un regista che riesca a far fare qualcosa di più degno che le solite facce un po’ imbranate e i drammi da signora borghesuccia?
2) La Littizzetto al contrario non è una attrice a 360 gradi: è un genio, intelligente e strasimpatica ma nel cinema fatto di personaggi “normali” NON FUNZIONA! Fatele fare cose buffe, sopra le righe, personaggi surreali. Per come è utilizzata nei film che ho visto, invece, deve fare la mamma/moglie/amante ma le chiedono anche di fare un po’ la comica televisiva (altrimenti che la chiamano a fare?) e il risultato è fastidioso, troppo poco convincente.
3) Bisognava lanciare il figlio della Muti: lo facciamo urlare come un pazzo tutto il tempo così non si vede che non sa recitare? Si vede, si vede...
4) Da quante cose drammatiche e inquietanti può essere abitata la mente di un 14enne, maschio o femmina che sia. Perché, maledizione, prendo un personaggio femminile e le disegno intorno solo il percorso ginecologico, con tanto di test di gravidanza e nonna sensale? La vogliamo smettere alla fine tutti quanti di offrire alle nostre figlie solo questa pochezza? Vogliamo invece indicare una possibilità diversa? Che si può sognare di fare le biologhe, si può leggere Dostoevskij, seguire la politica... anche andare a letto con un ragazzo, va bene, ma è solo uno dei tanti aspetti del passaggio all’età adulta. Uno dei tanti.
5) In che case vivono questi presunti nostri alter ego rappresentati sullo schermo? Volete fare la commedia italiana? Andate a prendere lezione da Virzì per la ricostruzione degli interni e per l’abbigliamento e per l’utilizzo degli oggetti la cui progressiva tecnologia marchia le epoche (non c’è bisogno di sottolinearne la presenza con ridicoli teatrini come a dire: vedete, siamo nel 2010 perché nelle case qualunque c’è il cavetto Usb).
6) Siccome devo fare anche un po’ ridere ci metto qualche piccola gag che non ha nessuna relazione con lo sviluppo della trama: ma perché? Toglie armonia, sa di sgangherato e frammentario e non fa ridere.

Un film veramente inutile. Notevole come sempre Silvio Orlando. Unica gag riuscita: il bambino razzista.

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