lunedì 10 maggio 2010

il viaggio di felicia di william trevor

Lettura benefica di una storia di vite squallide.
All’inizio ti sembra che la storia sia datata di un secolo, tanto i protagonisti che abitano la prima parte della vicenda in un contesto irlandese, ultra cattolico e nazionalista, appaiono isolati e fissi in una tragicità quotidiana.
Poi però Felicia intraprende la sua fuga e insieme a lei, poco alla volta, scopri che siamo invece nella contemporaneità che si disvela sotto gli occhi della ragazza nei suoi bordi sfilacciati, nelle sue scorie urbane puzzolenti, nei disadattati che vagano sui margini.
Drogati, vagabondi, assurdi predicatori di paradisi acquarellati: non sono però loro la minaccia.
L’orco è il funzionario modello, titolare di un ottimo posto dipendente, raccontato splendidamente.
Molto clima Alice Munro con il banale sfaccettato degli invisibili che si fa romanzo, ma con in più il brivido del serial killer.

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