mercoledì 9 dicembre 2009

Il tempo materiale di Giorgio Vasta

Quanta sofferenza e vergogna possono avere prodotto questa perla di libro?
Quanti lo hanno letto, quanti ancora lo leggeranno? Quanto è inutile una letteratura così alta?
Non riesco a pensare al dolore e alla fatica che si sono concentrati in pagine di meraviglia per essere poi letti da pochi addetti ai lavori. Che spreco di umanità!
Prendi la terminologia tipica del fenomeno del terrorismo rosso anni settanta e mettilo in bocca a dei ragazzini di scuola media: l’effetto straniante è forte, fortissimo.
Il surreale che ne deriva produce vergogna, perché condannare a posteriori è facile, riconoscere l’immedesimazione colpevole nelle parole che erano alla sorgente, che divennero linguaggio comune è di pochissimi.
Le parole diventano la realtà terribile e la salvezza una bambina muta.
Se poi l’impianto di stile che regge tutto questo dolore è di rara maestria, se la sinestesia dilania, se la simbologia sembra appartenerti... la lettura può diventare insostenibile.

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