E come può una donna non apprezzare i film di Soldini che sembrano scritti apposta per celebrare intelligenza e cuore, fatica e leggerezza, fantasia e solidità femminili?
Ed ecco un’altro bel personaggio femminile che senza il minimo dubbio prende sulle spalle il fardello di un disastro economico familiare e passa dalla bambagia di moglie nullafacente con colf e sogni di gloria artistica alla fatica nera del lavoro brutto, del lavoro senza contenuto, solo stanchezza, tempo sottratto e miseria di stipendio a fine mese.
Applausi quindi. E un po’ di retrogusto amaro. Che questa nostra celebrata forza, questa capacità di comprendere fragilità e depressioni maschili, questa nostra flessibilità e capacità di adattamento all’ombra del maschio deprivato del suo ruolo produttivo, questa nostra sensibilità a cogliere l’intero respiro di un grande affresco celato dietro un piccolo particolare comincino ad essere date per scontate?
Basta sconti al mondo, basta.
P.S.: Mamma mia Antonio Albanese! Con quella sua faccia e quel suo fisico così particolari ti aspetteresti una maschera fissa, ti aspetteresti che Cetto Laqualunque e tutti gli altri gli impediscano di fare un ruolo diverso, ti aspetteresti che il personaggio televisivo riproponga se stesso sul grande schermo.
Invece no. E’ veramente veramente veramente bravissimo.
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