mercoledì 16 gennaio 2008

vizio

Ormai posso farlo in qualunque posizione e condizione fisica. Sdraiata, seduta, in piedi. Soprattutto in piedi.
A volte può risultare un po’ più complicato, più difficile concentrarsi.
Forse ci sono giornate di stanchezza, oppure di aria greve, voglio dire per esempio quelle soffocanti, fra giugno e luglio, quando il sudore è copioso e le goccioline rivoleggiano giù per la guancia; l’odore dell’altro diventa intenso, fastidioso, la sua vicinanza e il contatto una inevitabile necessità.
La forza del vizio, però, se ne frega degli ostacoli, anzi se ne alimenta. La passione si organizza, trova forme e modi: anche la scelta dell’abbigliamento ha una sua importanza, la capienza delle tasche, per esempio, la maneggiabilità degli accessori che al momento buono possano lasciarmi libere le mani.
Ecco, le mani sono essenziali, velocemente lo tirano fuori e lo aprono e tu fai un respiro profondo, le palpebre si socchiudono e la bocca si distende e ti immergi in una apnea solitaria.
Anche per pochi istanti, perché anche un solo piccolo istante è godimento.
Quanto può durare di media? Un quarto d’ora, data l’occasionalità delle situazioni, è un buon risultato per ribaltare la noia di una attesa forzata, disegnare una emozione violenta per una donnetta insoddisfatta, una povera anima nervosa.
Quella volta, ecco, per esempio quella volta che ho visto lei, io ero seduta: eravamo affondate in una palude afrorosa di corpi, sbatacchiate dai sussulti discontinui; se sollevavo lo sguardo vedevo una barriera di bacini e cosce, il ronzio di fondo mi impediva di udire le voci sommesse, i respiri.
E’ accaduto che per un momento lo spazio avanti a me si aprisse e io e lei ci siamo potute specchiare l’una nell’altra: era di fronte a me, nella stessa posizione, fra le mani la stessa cosa, tenuta nello stesso identico modo; forse sono stati loro a riconoscersi per primi, nella stessa un po’ consunta edizione economica.
Delitto e castigo era.
Le porte della carrozza della metropolitana milanese si sono chiuse; avevamo un piccolo ghigno sensuale sulle labbra, entrambe, prima che nuovi corpi ci oscurassero.
Viaggiavamo.

1 commento:

Anonimo ha detto...

:))) bellissimo! grazie, l'abbiamo messo anche di là!
zop di
http://www.bookswebtv.splinder.com