giovedì 28 giugno 2007

formiche guerriere

Un procedere di formichine, dapprima solitarie, poi in gruppetti sempre più folti e determinati. In poche ore costituiscono un esercito.
Partono da un punto, un punto molto preciso sulla nuca e fanno il giro passando in alto, ben lontane dalle orecchie. Arrivate alla tempia si separano e diventano pian piano più crudeli; le prime si avventurano in profondità, raggiungono la mascella e si fissano su un solo dente, dietro un inconsapevole molare, martoriandolo; le seconde cominciano a mordicchiare la pelle del volto, là dove lo zigomo si allarga verso l’occhio, e proprio dietro l’occhio si trovano all’improvviso le più temerarie e non capisci che strada avranno fatto per ritrovarsi dietro l’orbita così tante, così tante da rendere pesante la testa e ogni suo piccolo movimento dispendioso, troppo dispendioso di energie.
Poi comincia la lieve nausea e una specie di disgusto verso il dolce e il salato e il caldo e il freddo.
Le palpebre stanno meglio abbassate, l’occhio sinistro ha una sottile panna incolore che attutisce la luce.
I rumori intorno rimbalzano su casse di risonanza misteriose.
Lo stomaco piange.
Le formiche adesso si sono messe a danzare una danza violenta proprio sulla sommità della testa. Picchiano con i martelli. Li hanno costruiti con gli spilli arrugginiti.
Pietà, farò tutto quello che volete, smettete, ogni piccolo spillo mi provoca un brivido strano.
Formiche guerriere del mal di testa.

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