domenica 24 giugno 2007

il disegno finito

Tu sei, nel risveglio,
il fluire immediato
di sangue e luce,
il colore del sogno appena interrotto,
ma sfugge.
Così cerco di dimenticarmi
di quella consuetudine appagante
che sembrava così normale
questa notte.

Tu sei l’arrivo
oltre il quale non cerco motivi.
La placidità della fine della corsa,
quel sentore schiacciante e dolciastro
che blocca il respiro e significa
che hai vinto.

Tu sei un esame passato;
il libro sfatto di angoli rotti.
Tu sei il disegno finito,
che non serve più sporcare di pastello
replicando linee di colore imperfetto.
Sei già tutte le ombre che ci vogliono
e tutte le sfumature.

Tu sei quell’esatto momento
di pomeriggio compiuto
in cui la pelle è sporca di sale;
sole basso, rosso e rotondo
e rumore di mare allungato.

Tu sei il silenzio della controra
lussuriosa;
l’orologio bloccato nel momento perfetto.
La stazione dove si vorrebbe scendere.
Il viaggiatore tranquillo
che voltando la schiena
esce, con una borsa piccola
e passi tranquilli, dalla stazione.
E dal finestrino lercio
lo guardo che va nel sole
e non ne sento più i passi
mentre il mio treno imbocca l’ultima galleria.

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