martedì 2 novembre 2010

robin hood, ridley scott

Robin Hood della coppia Crowe/Scott è evidentemente un rifacimento, una specie di puzzle di cose già fatte da loro stessi e da altri. Quindi forse una operazione solo commerciale per andare sul sicuro? O una operazione culturale postmodernista?
La cosa che mi ha deluso di più: la preponderanza abnorme del protagonista rispetto ai comprimari che veramente non esistono. La cosa che mi ha deluso di meno: la ricostruzione del contesto (costumi, oggetti, paesaggi...)
E’ come se il regista si fosse divertito ad esaurire il suo privato desiderio di girare delle scene di guerra (questa volta medioevali, con tanto di assedio sotto il castello) e avesse lasciato a Crowe tutto il resto, cioè l’autocelebrazione.
Boh!

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