venerdì 19 marzo 2010

guida ?????

In libreria alla presentazione di un libro per le donne. Una iniziativa editoriale molto interessante da parte di una rivista bellissima, veramente bellissima, che era cartacea e adesso si è trasferita sul web senza perdere smalto, anzi! Il libro si chiama “Guida al corpo delle donne” ed è una specie di agile glossario, scritto a quattro mani dal professor Flamigni e da Margherita Granbassi, editore Giudizio Universale. Tutto molto positivo e voglio proprio fare pubblicità all’iniziativa in sé, però da quella libreria sono uscita un po’ amareggiata, anzi no, sinceramente un po’ incavolata.
Il pubblico non era numeroso e comprendeva soprattutto due gruppi femminili: a) donne piuttosto anziane, molto serie, sole e distribuite dalla terza fila di sedie in poi, secondo me interessate davvero, magari femministe e, come me, credo un po’ deluse; b) ragazze giovani, soprattutto in prima fila, forse dipendenti della libreria, forse seguaci di qualcuno di quelli che parlavano o che contavano (uomini insomma), molto ridanciane, cioè pronte a ridere in maniera enfatica alla minima stupida e inconsistente battutina fatta da chi era seduto dietro la cattedra, una risata sforzata come dire: notatemi, ci sono, sorrido, sono gradevole (questo imperativo hanno dentro le ragazze: sorridere compiacenti, come sulla passerella di missitalia o il bancone di striscia).
Il tempo limitato non permetteva interventi polemici, così mi sono tenuta dentro le mie perplessità che provo a riassumere: perché proporre un libro di riflessioni sulle donne a una giovane donna carina, vincente e che fa televisione? Che tipo di valore aggiunto mi porta? E’ come far scrivere un libro sull’impotenza maschile a Rocco Siffredi. Quella giovane donna carina ha per forza di cose un angolo visuale limitato... che ne sa di che cosa voglia dire far fatica a esistere con una propria dignità minima per milioni di donne in un mondo che sottolinea solo bellezza, giovinezza e valenza sessuale? Tra l’altro mentre nel libro ci sono riflessioni più o meno interessanti, dal vivo la Granbassi diceva carinerie scontate, banalità tipo “non sono femminista perché io anzi amo sottolineare le differenze”, insomma mi sono incavolata perché quella brava e simpatica e carina ragazza non aveva proprio nulla da dirmi e, anzi, averla messa in quella posizione era una forte contraddizione interna al voler parlare del corpo di TUTTE le donne.
Il professor Flamigni invece ha detto alcune cose interessanti che avrei ascoltato per ore ma non c’era tempo e si è distinto per grande intelligenza quando sul finire il moderatore gli ha chiesto il nome di una donna conosciuta che fosse da additare come esempio: ha detto Margherita Hack. Perplessità divertita dello stesso moderatore e risatine. In pratica al professor Flamigni è stata mossa la seguente osservazione: ma io ho chiesto un esempio di femminilità, la Hack, per carità tutto il rispetto per l’intelligenza, ma come donna...
Ora, ci rendiamo conto di quanto è perversa questa riflessione? La Hack non può essere additata come esempio di femminilità perché non è giovane, non è bella, è un po’ sciatta, ha il vocione e non fa le moine. Cioè femminilità vuol dire bellezza, moine e desiderabilità sessuale. Stop. E questo a un tavolo di persone colte che erano lì per fare una operazione intellettuale pro donne.
La Granbassi ha fatto la sua ruffianata citando invece Madre Teresa di Calcutta: brutta ma suora, ecco qua, tutte le categorie maschiorassicuranti al posto giusto. Giuro: volevo alzarmi in piedi sulla sedia e gridare W Simona Ventura.

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