mercoledì 18 aprile 2007

fantascienza

Da pochi giorni è scomparso Kurt Vonnegut. Quale omaggio migliore che leggere uno dei suoi libri.
A caso.
"Dio la benedica, Mr. Rosewater" del lontano 1965.
Mi imbatto subito in un brano che voglio ricopiare: il discorso di Eliot agli scrittori di fantascienza.
...Siete i soli che leggo, ormai. Siete gli unici che parlano dei cambiamenti veramente straordinari che si stanno verificando, gli unici così pazzi da sapere che la vita è un viaggio nello spazio, e neanche tanto breve, perché durerà miliardi di anni. Siete gli unici tanto coraggiosi da preoccuparsi veramente per il futuro, da notare veramente tutto quello che ci stanno facendo le macchine, che ci stanno facendo le guerre, che ci stanno facendo le città, che ci stanno facendo le idee semplici e grandiose, di quali tremendi equivoci, errori, incidenti e catastrofi sono causa. Siete gli unici tanto sciocchi da arrovellarsi sul tempo e sulle distanze senza fine, sui misteri che non moriranno mai, sul fatto che sitiamo decidendo proprio adesso se il viaggio spaziale del prossimo miliardo di anni o giù di lì finirà in paradiso o all'inferno."

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