Mi sono chiesta come sia venuta in mente a McEwan quell’idea alla base di Espiazione, quella storia della ragazzina che danneggia la vita della sorella con una bugia, una finta testimonianza infamante contro il fidanzato di lei. Nel romanzo quella ragazzina la segui fin dall’inizio, ti sta simpatica, ti piace, ti ci riconosci.
E così al trauma che determina il disastro, in una materia delicata e pericolosa e scivolosa come uno stupro in famiglia, ci arrivi con dolorosa partecipazione.
Leggendo quel libro mi è tornata prepotente l’immagine di una bambina scontrosa e complessata, chiusa e insicura, piccola, sui 5 anni, che viene portata in una classe di catechismo di una vociante e maleducata periferia; e di una maestrina di catechismo improvvisata, chissà forse una adolescente, che fa una osservazione un po’ insensata su un disegno colorato in anticipo rispetto al procedere della lettura dei capitoli del libretto di catechismo, qualcosa tipo: “..e quando non c’avete niente da fare colorate il catechismo...”
La bambina si offende, si sente messa alla berlina (che sciocco meccanismo mentale si mette in moto in una bambina, un meccanismo che oggi mi appare totalmente privo di logica) e si rifiuta di andare al catechismo la domenica seguente.
Finché succede che un padre, chissà perché si incuriosisce e chiede alla bambina perché; qui l’immagine si sfoca, mi perdo qualche passaggio, qualche scambio di battuta fra padre e figlia fino a che torna nitida la scena: - padre: ma ti ha dato uno schiaffo?; - figlia: sì.
E poi c’è di nuovo una scena forte; una navata affollata di bambini in attesa dell’inizio della Messa. E il padre e la catechista che confabulano; e la bambina terrorizzata, in attesa della bruciante smentita, o del padre che inveisce contro la maestrina o della maestrina che si vendica o dell’alterco pubblico o di una qualunque tragedia e l’enormità del fatto appare incontrollabile e il motivo che l’ha messo in moto inspiegabile.
Poi il padre sorride; la catechista prende la mano della bambina e la conduce in mezzo agli altri.
Solo alla fine della lezione, le rivolge direttamente la parola, dolcissima: “Vieni la prossima volta?”.
Ogni tanto il mondo va per il verso giusto.
Nei capitoli successivi di Espiazione si arriva poi a raccontare di come la sorella maggiore e il fidanzato calunniato si ritrovino poi e riescano a ricucire quella bellissima storia d’amore interrotta dall’equivoco e dalla menzogna. Menomale, accidenti, menomale, pensi accalorandoti nella lettura.
Però McEwan in realtà forse in Espiazione sta parlando anche di un’altra cosa, fin dalle prime pagine, sta parlando anche del potere della creazione letteraria, perché la ragazzina protagonista quello era maledizione: una romanziera. E le ultime pagine, proprio le ultimissime, ti fregano!
1 commento:
(arrivo qui passando da barbablog).. ho adorato quel romanzo..è vero, le ultime pagine ti fregano proprio..solo un grande scrittore riesce a 'fregarti' cosi'..
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