Giorgio Falco è un discepolo di Aldo Nove? Si può dire discepolo? Non ho idea di che rapporto intercorra fra i due, però penso che chi, come me, ha amato Woobinda e Amore mio infinito per esempio, continui a sentirne gli echi per tutta la lettura di Pausa caffè.
Pausa caffé è un puzzle disordinato e coloratissimo di pezzi di vita grama, di miserie, di lavori squallidi, di contemporaneità becera e autoreferenziale, di ottusità postcapitalistica, di deriva consumistica che diventa una filosofia di vita anche per chi non ha i soldi per consumare ma ingloba comunque i precetti del brand.
Forse un po’ lungo: capito il messaggio, alcune parti potevano essere sfrondate, ripulite senza danno; cioè il libro sembra il materiale grezzo sul quale costruire più che il punto di arrivo letterario che su quella materia riesce a ottenere passaggi di sublime lirismo (vedi Aldo Nove, appunto). Però merita un giudizio molto positivo, dove si pensi che il romanzo debba descrivere un’epoca: Pausa caffè ci riesce bene, riesce a farti sentire a disagio, in colpa per aver lasciato che tutto questo succedesse.
1 commento:
Beh diciamo il contrario Aldo Nove era in crisi ha trovato in Falco il migliore scrittore italiano e fingendo di osannarlo gli si è messo a ruota. Lo aveva già fatto prima con altri, anche poeti, a Torino, a Roma. Molti lo hanno fatto e lo fanno. Ha copiato i temi di Falco e lo ha fatto pure male. Falco scrive da dio, è difficile parlare di discepolo di un suo coetaneo. Infatti ha pubblicato un capolavoro L'UBICAZIONE DEL BENE! Falco non fa un progettino all'anno. E non ha un nome come un marchio commerciale che esprime tutto Aldo Nove. Non mi stupirei se A.N. continuasse a copiarlo. Magari poi i due sono pure amici ma secondo me sono due mondi che non possono incontrarsi. Uno è un pubblicitario che prende i soldi e scappa, fa male e in fretta se non c'è risonanza e non è una cosa importante per il suo nome, è capace pure che dice che viene e poi non si presenta alla serata dove lo hai invitato (ho avuto l'onere di sentire storie poco edificanti quando faceva cover con scarpa e montanari). L'altro è uno scrittore riservato molto onesto e autentico, non si sa manco dove sta. Vive appartatissimo.
Aldo Nove, che non nego, ritengo sia un abbaglio della letteratura italiana, un pessimo scrittore, serve a vendere, ma non troppo, sta bene nella poesiola italiana neo-avanguardistica. Non ha il respiro dello scrittore e quando lo fa, lo scrittore, copia da tutti, ha sempre fatto così. E infatti è inviso a molti perché cerca sempre di fregarti soprattutto quando scrive (visto che qui è la cosa per la quale è giudicato, l'unica che ci interessi). Pessimo scrittore.
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